Per le persone diversamente abili non è facile poter prendere un mezzo pubblico nel nostro Paese. A confermarlo è stata l’Unione Europea, che ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per non aver adempiuto in modo adeguato a garantire un accesso libero al trasporto pubblico su gomma per gli utenti con problemi di mobilità.
L’UE ha contestato al nostro Paese il non aver messo in campo mezzi in grado di offrire un servizio adatto ai portatori di handicap, violando così il Regolamento N.181/2011 relativo ai diritti dei passeggeri nel trasporto effettuato con autobus. Il Regolamento stabilisce, infatti, che non vi deve essere un trattamento discriminatorio nei confronti di persone con disabilità e a mobilità ridotta e prevede, inoltre, un risarcimento finanziario per perdita o danni subiti dalle attrezzature per la mobilità in caso di incidente.
L’Italia si mostra ancora indietro per quanto riguarda il rapporto tra disabilità e mezzi pubblici ed è necessaria un’inversione di rotta per poter migliorare il servizio offerto a tutti i passeggeri. Per una persona affetta da disabilità non vi sarebbero le condizioni di programmare in sicurezza il proprio viaggio in autobus perché non vi sono certezze sulla possibilità di avere assistenza alle fermate.
La procedura d’infrazione: La cosiddetta azione per inadempimento è una procedura che rileva e reprime le violazioni degli obblighi che i trattati attribuiscono agli Stati Membri. L’intento è quello di assicurare un’adeguata esecuzione del diritto comunitario ed è disciplinato dagli articoli 258 e 260 del TFUE. A rispondere della procedura d’infrazione è sempre il Governo centrale di uno Stato Membro.